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Dai cartelloni alla pubblicità comportamentale

Negli ultimi settant’anni la pubblicità ha giocato un ruolo non certo trascurabile nella vita di tutti i giorni. Come ogni cosa nel mondo ha sicuramente avuto un’evoluzione: si è passati da manifesti e cartelloni dai colori sgargianti a bordo delle strade alla più moderna pubblicità comportamentale (o targettizata).



Ma cos’è precisamente la pubblicità comportamentale?

È una tecnica di marketing digitale molto elaborata utilizzata per raccogliere il maggior numero di informazioni riguardo le abitudini e i gusti dell’utente, in modo da poter mostrare pubblicità che riscontrino interesse. Per far comprendere quanto sia complesso questo meccanismo basta citare un esperimento condotto dall’Università di Pisa in collaborazione con la Harvard Medical School: un possibile mezzo per la pubblicità targettizzata secondo lo studio è il battito cardiaco rilevati da uno smartwatch.



Con le premesse fatte è comprensibile che questa strategia possa sembrare spaventosa in quanto violante accordi sulla privacy, ma andando a osservare attentamente le normative sulla privacy che ogni sito/app offre si può capire come in realtà questa strategia sia legale e possa essere utilizzata.


Perché la pubblicità comportamentale è il futuro?

La risposta in realtà è molto semplice: con la digitalizzazione che ormai è diventata un fenomeno globale la pubblicità come la conosciamo è caduta piano piano in disuso. Per fare un esempio basti pensare a Netflix: il pay-per-view della società che permette un lunghissimo catalogo di film e serie tv esclude direttamente le pubblicità. Un servizio come quello che offre Netflix viene pagato per aver sempre a disposizione i programmi che vuoi vedere, senza il rischio di essere interrotti. Con la pubblicità targettizzata questo rischio scompare: infatti i software analizzando i tuoi movimenti riescono ad offrirti le cose di cui potresti avere bisogno. Un altro fattore, sicuramente collegato a quello già citato, che comporta un aumento di pubblicità comportamentale e una diminuzione di pubblicità "normale" è il progressivo allontanamento, principalmente per quanto riguarda gli under 24, dalla televisione: infatti guardando la tv è normale essere interrotti da continue pause pubblicitarie, ma con l'avvento di nuovi servizi che riescono ad evitarla la migrazione di massa è stata inevitabile. La pubblicità comportamentale è il presente e sono abbastanza certo di poter dire che sarà anche il futuro.


Matteo V.

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